Incredibile come nell’adolescenza rimangano vive le sensazioni provate. Amavo la lettura al punto di farmi svegliare alle sei del mattino pur di leggere un libro prima di andare a scuola: non lo finivo, ovvio, ma la lettura mi predisponeva alla giornata in maniera serena
Il pomeriggio era dedicato ai fumetti e quindi Topolino, Il Monello, L’Intrepido ma soprattutto non poteva mancare lui: da piccolo infatti, ero un appassionato lettore di Zagor, ma non potevo certo disdegnare Tex e il fido Kit Carson. In realtà ci si divideva in due fazioni ed ero per Zagor, indubbiamente, tanto che in età adulta mi misi alla ricerca del numero 1: trovato in ristampa, ora purtroppo perso chissà dove. Mi piaceva il compagno scelto per Zagor, il messicano Chico, che fra l’altro era il tipo più interessante gastronomicamente parlando. A lui il merito di angustiare l’eroe per la sua fame atavica, grazie alla quale saltavano fuori alcune specialità gastronomiche rimpiante del suo paese.
Per quanto riguarda Tex, mi metteva l’acquolina in bocca, solo a sentirla nominare la “bistecca ricoperta da una montagna di patatine fritte” che veniva poi seguita, a conclusione del pasto, dalla torta di mele”. Nei lunghi viaggi da affrontare si cibano di pemmican e del caffè come solo Carson sa fare. Il cibo rappresentava allora un complemento del racconto, chissà se nei fumetti di oggi non sia diventato un protagonista