Ci sono vignaioli che si distinguono, per vari motivi: perché sono precursori di scelte che coinvolgono un territorio, per carisma personale, per una visione che va oltre quello che è percepito dalla maggioranza dei colleghi. Stefano Amerighi racchiude in se tutti questi elementi..Forte di un riconoscimento e apprezzamento che va oltre i confini nazionali, potrebbe fare il prezioso ed il ritirato, non infrequente in questo mondo. Invece no, vivaddio, energia, voglia di fare, di confrontarsi di mettersi in gioco. Neo presidente del consorzio Vini di Cortona, se il virus ignorante non fosse arrivato, sarebbe a parlare di Syrah, in quello che avrebbe dovuto essere il primo simposio italiano sulla syrah, proprio a Cortona. Ci auguriamo un posticipo dell’evento che si preannunciava davvero ricco di approfondimenti su questo vitigno e sulle eccellenze del territorio cortonese.
In questo periodo di calma relativa, ascoltare le sue parole può servire a capire cosa è e cosa può essere fare vino.
Arriva la tempesta, non prevista, ne’ prevedibile. Come reagisci?
Il primo sentimento è stato di paura e smarrimento (sono un ansioso ipocondriaco), anche di rabbia per tutto quello che sarebbe saltato in questi mesi, non ultimo Chianina e Syrah a Cortona, manifestazione alla quale tenevo tantissimo. Poi ho scoperta i vantaggi della situazione, sto passando tanto tempo in vigna e in cantina e questo è un regalo inaspettato.
Hai riflettuto sul tuo lavoro? Cosa rappresenta oggi il vino?
Il vino oggi rappresenta quello che a tutti noi sta mancando: la convivialità, lo stare insieme, la condivisione. Il mio lavoro continua ad appassionarmi, anzi questo momento di “intimità” ritrovata con la vigna mi riporta alle vere motivazioni che hanno dato il via a questa mia avventura professionale.
Vivi in campagna ma giri il mondo per vendere. Cosa hai pensato al riguardo?
In questo momento particolare e difficile, la vita in campagna rende meno faticoso l’isolamento cui siamo costretti, la natura ci rasserena e ci ricorda costantemente che la vita va e deve andare avanti, Proprio in questo periodo sarei dovuto essere a New York a presentare le nuove annate nel Tasting del nostro importatore, un viaggio come tanti altri che facevo di routine per il mondo e che oggi mi sembra invece una possibilità lontana. E’ indubbio che dovremo ripensare il nostro approccio commerciale creando un nuovo modo con nuove basi.
Cosa hai fatto in questo periodo oltre il lavoro? Musica? Libri?
Ho dedicato tutte le forze a finire le potature, sto potando anche le vecchie viti maritate di mio nonno che negli ultimi anni avevo abbandonato, forse il bisogno di ritrovare radici forti in mezzo a questa tempesta mi ha fatto riscoprire cose dimenticate. Il resto della giornata è scandito dalla famiglia, da letture e tanto cantautorato italiano. “La disciplina della terra” di Ivano Fossati potrebbe esserne la colonna sonora.
Il tuo futuro: cosa cambierà?
Conviveremo a lungo con questo virus e questo tempo ci cambierà, non so se sarà in meglio, ma è una grande opportunità per tutti noi di riscrivere il nostro quotidiano. Ho tanti progetti di collaborazione e di condivisione con persone e amici cari, avranno ancora più senso e scandiranno sempre di più le mie giornate.
Cosa stappi alla fine della quarantena?
Cetinaia 1985 San Polo in Rosso, Cornas La Geynale 1986 di Robert Michel un vecchio vin jaune e tanta tanta zuppa inglese!!!!!
Per chi ha voglia di ripensare al suo vino, semplicemente Syrah, conviene ripercorrere tutta la produzione di dieci anni, in quella unica e incredibile verticale presentata a Firenze, raccontata qui.
https://www.leonardoromanelli.it/stefano-amerighi-10-anni-di-syrah/