“Tutte le società, tutte le feste cominciano e finiscono in pappate, e prima che s’accomodin le teste voglion esser le pance accomodate”.
È con questi versi di Pananti che lo scrittore, gastronomo e critico letterario Pellegrino Artusi apre il suo intramontabile libro di ricette “La scienza in cucina – l’arte di mangiar bene” ed è da questa frase e da questa pubblicazione che Dario Veri, titolare da poco più di un mese di un nuovo ristorante a Grosseto, ha tratto ispirazione per dare il nome alla sua avventura gastronomica.
Pance Accomodate si trova nella piazza principale di Grosseto, in piazza Dante. I tavoli all’aperto guardano la grande statua di marmo dedicata al Granduca di Toscana Leopoldo II che riuscì, con un importante e lungimirante progetto, a bonificare l’intera Maremma. In questa piazza il passato si mescola con il presente ed anche il lavoro di Dario scorre su questi binari
È il locale giusto per chi ha voglia di scoprire qualche antica ricetta, soprattutto di queste terre. Qui si possono infatti assaggiare piatti rari, rimasti in vita grazie alle nonne che hanno saputo trasmettere ai figli ed ai nipoti i sapori della loro infanzia.
Tra le pietanze più particolari e meno usuali troviamo le lumache di nonna Beppa, fatte con un sugo piccante ben tirato di pomodoro, come tradizione maremmana detta, e la zuppa di ricotta, antica preparazione che dà vita ad una minestra di spinaci e di ricotta di pecora, saporita e rifocillante, perfetta anche in estate se servita tiepida.
La ricotta nella cultura locale è quasi un obbligo e la ritroviamo in un altro piatto che non passa inosservato: si tratta del ragù finto alla scansanese, che può essere assaporato su di un crostone di pane oppure con la pasta. Il procedimento con il quale si ottiene è simile a quello con cui si prepara il ragù: battuto di sedano, carote e cipolla messi a soffriggere e dopo, invece del macinato, ricotta di pecora ben strizzata per eliminare la parte acquosa, fatta rosolare nelle mix di verdure e poi cotta lungamente con salsa di pomodoro. Il risultato è sorprendente, come la vicinanza di aspetto e di gusto con il ragù di carne se servito con una generosa grattata di Parmigiano.
La tradizione qui non è soltanto maremmana ma arriva anche da altre regioni, come dalla Puglia, dove Dario ha vissuto e lavorato per molti anni, e viene rappresentata in carta dalle
friselle ai due datterini con stracciatella, dal Lazio, da cui arriva il saltimbocca salvia e prosciutto servito con finocchi al formaggio, dal Chianti, da cui Dario ha ripreso ed interpretato a suo modo
il Tonno del Chianti, abbinato ad una crema di cannellini ed a cipolle caramellate, oppure da Firenze, omaggiata con il lampredotto che qui acquista un sapore ed un profumo estremamente delicati grazie ad una cottura veloce ed aromatica così da rapire i cuori anche di chi non tanto ne va pazzo. Servito con salsa verde diventa il ripieno di un panino tiepido, croccante fuori e morbido dentro, per uno stuzzicare di alto livello.
Anche i piatti più semplici hanno un tocco di estro e di fascino in più, come le acciughe del Cantabrico che qui incontrano un crostino al bavarese e la burratina affumicata, il crostone di salsiccia e stracchino che si arricchisce di fagioli all’uccelletto o il crostone con cruditè di gambero in salsa d’ostrica, spinacino e primo sale.
La cucina, come la sala interna che accoglie appena una ventina di coperti, è piuttosto piccola e questo non consente una proposta più ampia di primi piatti ma la loro mancanza, visto la varietà delle preparazioni, non si avverte troppo. La carta dei vini è in fase di costruzione
Con prezzi che oscillano tra gli 8 e i 14 euro, Pance Accomodate offre non solo una buona cucina mai scontata e con porzioni generose, ma anche un ambiente accogliente ed informale dove trascorrere del buon tempo ed un ottimo rapporto qualità-prezzo. Un inizio promettente che fa ben sperare per il futuro.