Puoi abitare vicino ai luoghi ma non conoscerli, passare vicino ma non visitarli perché ne ignori l’esistenza: in Valdarno ci vado spesso, ma non avevo mai sentito parlare di San Pancrazio. Mea culpa, per non essermi informato di un luogo che ha un museo della memoria, in ricordo di una strage nazista della seconda guerra mondiale. Alle vittime è stato dedicato anche un roseto, una rosa per ognuno dei caduti. Ci arrivo di notte al buio, ed ho la classica sensazione di trovarmi in mezzo al nulla, fino a che il borgo arriva quasi improvviso, con Palazzo Tiglio che assume il ruolo di protagonista.
Parcheggio in una piazzetta che ha una brutta chiesa costruita in tempi moderni, mentre la pieve originale sembra dati XIII secolo e da fuori da già un’atmosfera piacevole. L’albero di Natale è ricavato nel giardino del museo, e mi rendo conto che esiste anche una sede di fondazione per giovani musicisti: 70 posti letto, quasi lo stesso numero della popolazione residente in paese. Che si ritrova poi nella bottega tenuta aperta da John Werich, il proprietario del ristorante che ai piani superiori dispone di due appartamenti. Perché tenuta aperta? Per favorire la convivialità, far trovare un posto per prendere un caffè e scambiare due chiacchiere, comprare il pane e quello che occorre.
Si ma chi è John e perché si trova in questo luogo sperduto? Svedese, arriva a Firenze a poco più di vent’anni e non la lascia più, innamorato di una città che pur con le sue mille contraddizioni affascina. Prima inizia un lavoro come guida di gruppi di turisti particolari, quelli che amano entrare nelle aziende agricole o nei palazzi storici che dispongono di giardini bellissimi. Inseguito affianca questa attività a quella di libraio, all’interno di una libreria inglese in piazza Goldoni e infine parte con quest’ultimo progetto: un palazzo ristrutturato in maniera completa, dove apre il ristorante, con terrazza, gli appartamenti e la bottega, e tutto questo in meno di un anno.
Un personaggio visionario positivo, imprenditore dotato di robusto coraggio ma dalle idee chiare e amante di progetti realizzabili in tempi brevi . I colloqui con lo staff vengono fatti mentre tutto attorno è un cantiere, ed il fatto stesso che riesca a mantenere i tempi di apertura crea una bella energia in tutto il personale.
Mattia Parlanti, lo chef, originario di Prato, accetta con piacere: in questo villaggio ha la casa di famiglia e staccare da ritmi indiavolati gli fa piacere. La brigata, composta da giovani che vengono da Pisa, Pistoia ed Arezzo: quasi un miracolo nella regione dei campanili.
In sala Danilo Salvi, un lungo soggiorno a Villa a Sesta in un ristorante storico e poi la nuova sfida. Se la terrazza è perfetta per l’estate in inverno si mangia in una delle due sale, arredate con colori chiari, un ambiente elegante senza essere sfarzoso.
La proposta si articola su un menu degustazione ed una proposta alla carta: la linea seguita è quella dei piatti adatti alla stagione, in quanto a stile ed equilibrio, e l’impiego di prodotti di territorio, che andranno ad aumentare nei prossimi mesi.
4 le proposte per ogni portata.
Si parte con la variazione di carciofo: carciofo di Gerusalemme, chips di topinambour, carciofo alla romana, salsa olandese
Gioco di consistenze ben riuscito, con un tocco piacevolmente nostalgico della salsa olandese che equilibra per acidità il gusto.
Cappesante piastrate, buerre blanc. crema di pop corn, pannocchie baby
Bella la tenacità dei frutti di mare, con un contrasto divertente del pop corn. Buona la consistenza delle pannocchie appena troppo grigliate
Linguine, cime di rapa, calamaro marinato con zeste di limone. muddica atturrata e caviale di muggine
Freschezza e profumo ben abbinati, morso gustoso, retrogusto intrigante
Piccione foie gras d ‘oca, coscia croccante, scalogno al forno, fagioli zolfini
Un grande classico, un’opulenza ben delineata nei sapori avvolgenti e prolungati
Porcini mousse di gorgonzola, tuorlo, cialda di polenta
Quando il piatto vegetariano è concepèito e studiato come un piatto completo, i risultati sono sempre piacevoli
Feuillatine al pralinato, namelaka cioccolato bianco, gel al limone, rosmarino
Il piacere della gola soddisfatto
In sala e ai vini Danilo sta costruendo una carta dove sono protagonisti vini del territorio circostante, poi toscani con qualche etichetta fuori regione. Nella prossima stagione la carta definitiva , completa in ampiezza e profondità. Il servizio è cordiale, privo di eccessi di formalità e cortese allo stesso tempo.
Sembra di essere in una farm dove i talenti si incontrano per costruire qualcosa di nuovo e di bello
Antipasti 20 25 euro
Primi piatti 20 21 EUro
Secondi piatti 24 29 euro
Desserts 12 15 euro
Menu degustazione 70 euro
Palazzo Tiglio
Vicolo della Compagnia, 10
Loc. San Pancrazio Bucine Arezzo
Tel.055 9955584
Chiuso a pranzo eccetto la domenica ed il lunedì tutto il giorno