La cooperativa Colli Etruschi rappresenta un esempio di realtà produttiva che nasce dal territorio e ne esalta la tradizione
L’intreccio tra paesaggio, territorio, produzioni, passato e presente, storia e innovazione può dar luogo ad autentiche gemme, quale quella che brilla intorno a Blera, nel viterbese. È qui che opera dal 1965 la cooperativa Colli Etruschi. Da allora con la nascita del frantoio ha preso sostanza un progetto fondato sull’appartenenza alla comunità, che vuol dire garantire ai propri soci un’equa liquidazione e produrre extravergini frutto di competenze agronomiche, tecniche e di una passione profonda per il territorio. Quello con il territorio è un vincolo indissolubile che lega l’olivicoltura all’eredità etrusca, testimoniata dal sito archeologico di San Giovenale, collocato in uno degli angoli più belli ed incontaminati della provincia di Viterbo, una delle rare testimonianze di acropoli etrusche, con reperti sulla vita quotidiana del popolo etrusco, del quale, sino agli anni ‘50, quando ad opera di archeologi svedesi cominciarono qui le campagne di scavo, si conosceva solo l’aspetto funerario. In questo legame indissolubile tra rispetto per l’ambiente e lavoro allo scopo di mantenere una comunità sana e vivibile sta l’unicità di questa realtà produttiva, che nel 2014 si aggiudica nella guida Flos Olei il riconoscimento di Miglior Olio al mondo e negli anni conferma sempre punteggi eccellenti. La qualità degli extravergine Colli Etruschi nasce quindi dal mix tra senso della comunità, territorio, sostenibilità, esperienza, tecnica e tradizione. Più di cinquant’anni fa 18 olivicoltori si unirono per abbattere i costi di produzione e poter acquistare moderni impianti di estrazione; oggi il progetto è condiviso da 330 soci che coltivano oltre 40.000 piante distribuite su 800 ettari. E la cooperazione permette di reggere anche alla difficoltà, come i cambiamenti climatici che non sono più un’eccezione. Se la raccolta del 2020 ha potuto fare conto su un generale un andamento favorevole, con grandi quantità e ottima qualità, altrettanto non si può dire della 2021. Gelate prima e siccità dopo hanno interessato con variazioni a volte anche notevoli le zone intorno a Blera, ma la Cooperativa ha potuto fare affidamento sui differenti appezzamenti dei soci e riuscire così a mantenere alti standard quantitativi, perdendo soltanto in quantità, grazie anche a logistica e innovazioni tecnologiche che si sono rivelate fondamentali per affrontare una stagione complessa.