Letizia aveva deciso di cambiare, partire per tempo, trascorrere la vigilia del 24 dai genitori in Veneto,viaggiare a Natale durante l’orario del pranzo, tranquilla e serena, sapendo che tutti sarebbero stati attovagliati in casa o al ristorante, mentre lei se ne poteva viaggiare in auto con la radio a tutto volume:Sileno era andato a fare un periodo di meditazione e ritiro all’Abbazia di Chiaravalle, e lei lo aveva lasciato partire quasi sollevata. Due settimane per vedersi con amiche e amici, anche qualche trombamico, sarebbero state energizzanti per il nuovo anno.
Serafina si era divertita da morire il 24 dicembre , passato in maniera dissacrante non voluta, in casa di Selvaggia. Partita per far compagnia all’amica sfigata, con la sua solita nonchalance si era trovata sul ciglio della strada a cercare di cambiare la ruota della macchina fortunatamente forata sulla statale illuminata. Questo le aveva permesso di trovare il giovane palestrato che l’aveva aiutata a cambiarla, accompagnata alla cena dall’amica, trascorsa allegramente tra battute e racconti senza senso. La cosa che più la stupiva era essersi svegliata nel letto dell’amica con lei al fianco, senza che ci fosse di lui la minima traccia. E non è che non si ricordava perché aveva bevuto, lui si era eclissato senza colpo ferire.
Romina era reduce da una malattia lunga e fastidiosa, mai terribile ma sempre presente, un mese passato con quella perenne febbriciattola che l’aveva incupita, intristita, isolata, il che l’aveva fatta precipitare nell’imbruttimento da pigiama e calzerotti di lana, capelli senza posa, sena piaceri di sorta se non la voce di Marco che aveva ritrovato dopo una separazione lunga. Il conforto di una voce amica, con il quale era tornata a ridere, a fare battute, ad interessarsi a musica e cinema da casa, tanto che aveva fatto anche l’abbonamento a Netflix. L’unico neo era il consumo di maionese e affini, giunto a livelli preoccupanti.
Francesca si chiedeva come fosse riuscita a mantenere il controllo di una giornata nella quale aveva fatto la buona samaritana, andando a cena la notte del 24 dagli ex suoceri con l’ex marito, la nuova compagna di lui, i figli suoi e i figli di lei,sopportare il pranzo del 25 con i suoi ed il parentado schierato a commiserazione, da gestire in mezzo a portate luculliane sapientemente schivate. Ora era in vasca da bagno e questo le bastava, il vestito già appoggiato sul letto, le scarpe lucidate, doveva solo abbandonarsi e poi prepararsi.
Non si erano mai prefissate un menu per la cena, gli avanzi erano l’unica certezza, qualunque cosa poteva essere quella adatta, più importanti erano le bottiglie da stappare e non a caso il numero minimo era di due cadauna. Altro elemento imprescindibile era la cura personale, qualunque fosse lo stato d’animo e quindi, i capelli a posto,manicure e vestito scelto come quando dovevano uscire con un perfetto sconosciuto al primo incontro.
La casa era quella di Francesca, si trovarono tutte insieme fuori per salire in contemporanea. L’atmosfera era strana, non mogia ma nemmeno elettrizzante, praticamente sospesa. La tavola era apparecchiata a dovere, nel salotto i bicchieri aspettavano le bollicine, dovevano togliere le cose da mangiare ed appoggiarle in cucina. Una dopo l’altra tirarono fuori vitello tonnato ed insalata russa. Le bottiglie erano esattamente le stesse per tutte loro, ed anche i regali non mostravano elementi di fantasia, anzi, per meglio dire, si erano comprate la stessa cosa. “Jingle Bell Rock” appariva quanto mai stonata, era un momento particolare, poteva davvero succedere di tutto. Letizia chiuse la musica, si tolse le scarpe ed il vestito, andò in cucina e mise su l’acqua. ” Spaghetti aglio, olio, peperoncino seri li preparo io. Trovate dei rossi ignoranti e metteteli a tavola.Spogliatevi e state scialle, via le scarpe! Io voglio i RHCP a palla”. Ci sono dei momenti in cui bisogna solo fermare la testa e far ragionare il corpo e lo spirito. E quello era giunto, la sera del 25 dicembre.