Si era prefissa l’idea di svegliarsi al mattino presto, anche se la notte era stata breve e dolorosa. Non che avesse più bisogno di fare notti brave, a suo tempo si era data da fare eccome, solo che ora l’angustiava un dolore ricorrente e poco piacevole, un male cronico che si faceva vedere quando meno lo avrebbe voluto e quindi aveva dormito poco.Quel 31 dicembre l’aveva trovata a casa a mangiare, dopo un pomeriggio insolito, passato nella chiesa del centro città ad ascoltare un coro gospel, canzoni che l’avevano rallegrata e incuriosita.Era un momento molto strano per lei.
Un marito che si era finalmente dileguato, lasciandola finalmente serena a costruirsi un nuovo pezzo di vita, due figli che dovevano vivere la loro vita e quindi erano giorni che l’avevano salutata per viaggiare con le rispettive compagne, i genitori ritrovati che l’aspettavano a casa per cena.Ci sarebbe stato il ritrovo delle quattro amiche single, chi per scelta, chi di ritorno,ma il solo pensiero di doverle sopportare per qualche ora l’atterriva, l’unico buon motivo di esserci sarebbero state le bottiglie aperte, buone per davvero,ma preferiva attendere occasioni migliori.Oppure andare al cinema, esperienza che le sembrava davvero “antica” nell’epoca dei 100 canali televisivi,ma proprio per questo desiderabile.Anche il teatro,alternativa presa in considerazione,non le andava di viverlo da sola, anche se aveva in mente con chi sarebbe potuta andare… un pensiero fugace,un’idea che le stava arrivando in testa sempre più di frequente,alla quale reagiva con vivo stupore,ridendo da sola,ma alla quale le piaceva indugiare.Poi nella chiesa servivano prima un tè alle cinque, il modo giusto di uscire di casa a piedi e sfidare l’aria frizzante dell’inverno. Le piacque l’accoglienza non formale dei volontari della parrocchia,il calore di una tazza senza manico come piacevano a lei, i profumi di un tè dove riconosceva la presenza di spezie aggiunte. Quindi il concerto, che non si svolgeva in chiesa ma in una sala accanto e solo dopo capì il perché: tanti giovani ad assistere , la cosa la fece riflettere. Come mai erano lì?
In sala la penombra le permise di concentrarsi e farsi avvolgere da un canto entusiasmante i classici di Natale all’inizio ma poi cominciarono le variazioni sul tema, con canzoni che le ricordarono i suoi vent’anni, con Tears for Fears, Depeche Mode, U2 in rapida sequenza e il coinvolgimento fu tale che si trovò in piedi a muoversi al ritmo giusto di ventenni, gasati senza strafare. Tornava a casa con il suo berretto con pon pon, il cappotto a scacchi ed un vestito semplice ma elegante.Non aveva i tacchi, doveva camminare a lungo ma in fondo,pensava, se avesse avuto l’occasione giusta quel paio di scarpe comprate e mai indossate, dal tacco 12,poteva metterle se lui…uff di nuovo quel pensiero monello!
A casa si doveva solo occupare di apparecchiare, con gusto ed attenzione come lei era capace,le piaceva se qualcuno cucinava per lei, e poi la fame incombeva. Il risveglio mattutino con poche ore di sonno,quindi la lettura, la camminata nel parco,un brodo a pranzo e infine il concerto:quasi si era dimenticata di mangiare! A tavola sarebbero state lei, sua madre, Ruperto,amico artista di chiara fama,estroso e desideroso di situazioni alternative e infine Brigitta, compagna di avventure, La tovaglia fu scelta di colore chiaro, tovaglioli ton sur ton, piatti non troppo colorati, bicchiere di cristallo per il vino, tumbler per l’acqua.Nello stesso bicchiere avrebbe versato prima lo champagne, quindi un orange,niente vino rosso. Due piatti, una crema di patate ed acetosella con erba cipollina croccante ed un trancio di salmone con salsa al lime,accompagnato da purea di sedano rapa, carote glassate, spinaci con salsa di soia. Per dolce si sarebbe alzata da tavola per preparare le crêpes suzette.La cena fu con sottofondo musicale unico,una raccolta costruita per festeggiare l’anno trascorso.Ed era contenta di riuscire a stare con sua madre e gli amici ma ammettere di avere in testa lui. Merito del vino,del cibo e della fiducia nel futuro.
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