Sono passati i tempi nei quali il cavolfiore faceva rima con cattivo odore: l’immagine della pentola sul fuoco e l’ortaggio che bolliva all’interno non era delle migliori anche perché il risultato era sempre tragico: stracotto, troppo morbido, perdeva la fragranza dei profumi, non lo si poteva masticare da quanto fosse spappolato, insomma adatto forse a fare creme e vellutate, ma ne derivavano piatti insapori.
Però il riscatto arrivava per cotture più opulente: fritto in pastella oppure gratinato al forno con salsa Mornay trovava e trova ancora frotte di estimatori. Mi ricordo alla scuola alberghiera una versione detta “à la polonaise” che sarebbe poi alla polacca, dove veniva messo in forno con una mistura composta di parmigiano, pangrattato, prezzemolo, uovo sodo tritato..non che mi convincesse del tutto. Più semplicemente saltato in padella con aglio, olio EVO, peperoncino e prezzemolo prende un ottimo sapore senza complicarsi troppo la vita. La grande rivalsa è stata l’utilizzo del cavolfiore crudo in insalata, dove si è scoperto il gusto leggermente piccante e la sua godibile croccantezza.
Prendere dei peperoncini friggitelli, metterli in una teglia ricoperta di carta da forno, salare e cuocere in forno a 150° fino a che non risultino morbidi. Toglierli, togliere la buccia che è possibile, il gambo e frullare tutto con il frullatore ad immersione, passare al colino per togliere tutte le rimanenze della buccia. Condire con origano, sale, pepe, peperoncino tritato e paprika. Il cavolfiore va cotto al vapore, ridotto a cimette e servito insieme alla salsa, dove sarà tuffato ad ogni boccone.