Le cene di scoperta e approfondimento di aziende vitivinicole sono sempre occasioni gradite e divertenti, se poi questi eventi gaudenti avvengono alla ‘Trattoria da Burde’, freschissima vincitrice di premio come miglior trattoria d’Italia, allora il piacere diventa ancora più bello e travolgente.
Il confronto diretto con i produttori, interfacciandosi e ascoltando gli interventi di un grande professionista come Andrea Gori, diventa una cornice perfetta di ascolto e condivisione sul mondo vitivinicolo.
La serata è stata dedicata all’azienda La Sala del Torriano, realtà storica del Chianti Classico, ci troviamo a Montefiridolfi, a San Casciano, dove la famiglia Rossi Ferrini possiede la tenuta dal 1937. Negli ultimi anni l’azienda ha effettuato cambiamenti e accorgimenti che l’hanno spesso inserita tra le novità più interessanti del territorio chiantigiano. Nel 2010 con l’acquisizione di La Sala a pochi chilometri dall’azienda di famiglia l’azienda ha ampliato la proprietà, che oggi può contare su 75 ettari totali costituiti da boschi, 3000 piante di ulivi e 34 ettari di vigneti. Dei 34 ettari vitati oltre l’80% è coltivato a uve sangiovese mentre il restante 20% vede sia vitigni internazionali, ovvero merlot e cabernet sauvignon, sia varietà autoctone come colorino e pugnitello. L’età media dei vigneti è di circa 15 anni.
La tenuta da un punto di vista di costituzione è come abitata da due anime diverse: la prima, il Torriano, l’area storica dell’azienda di famiglia la troviamo a Montefiridolfi mentre la Sala, la proprietà acquistata nel recente passato, si colloca a Sorripa.
I suoli derivano da depositi alluvionali di medio impasto con una discreta pietrosità, depositi antichi e con maggiore pietrosità nel caso del Torriano e depositi fini e ricchi di calcare, invece, nell’areale della Sala.
I vigneti di La Sala sono situati tra i 150 ed i 220 metri, mentre quelli di Il Torriano, sono tra i 250 ed i 350 metri. Altezze e composizione differenti dei suoli permettono a questa realtà di poter lavorare con masse di vino differenti per caratteristiche e identità. Le uve che arrivano dalla Sala danno vini di grande freschezza, beva e mineralità. Mentre le masse che arrivano dal Torriano sono più muscolari e di struttura.
Presentazione dei vini
Abbiamo avuto il grande piacere di poter assaggiare un’ anteprima assoluta all’inizio della serata, un vino realizzata con uve Pugnitello al 100% che affina in anfore di terracotta, ne vengono realizzate solo 1000 bottiglie, l’idea nasce per sfruttare la porosità e lo scambio di ossigeno intenso delle anfore per combattere un particolare ostico a volte di questo varietale che tende a cedere ed andare in riduzione.
Pugnitello 2020 Naso speziato ed intenso con pepe verde, mentuccia e cenni di eucalipto, Iris e ciliegia sorprende per grande bevibilità e morbidezza, il sorso è dinamico e agile, nonostante l’apparenza da vino importante e massiccio si rivela nel bicchiere con slancio e grande leggerezza 92
Chianti classico 2019: 95 % sangiovese, 5 % merlot
Naso intenso ed espressivo con Ribes, viola, lampone, pepe nero, tabacco è un vino di grande slancio e freschezza sangiovese tonico e agile di una 2019 di grande equilibrio, scorrevole e preciso 90
Chianti classico riserva 2018: 90% sangiovese, 10% merlot
Annata più fredda in cui troviamo un frutto scuro con mirtilli e more, peperone, tabacco, liquirizia. La bocca è tannica con materia fitta, tannino di una presenza astringente senza mai chiudere un sorso energico e ampio 91
Chianti Classico Gran selezione ‘Il Torriano’ 2018: 100% Sangiovese
Note di amarena, cannella, lavanda, arancia sanguinella, il sorso è elegante, setoso, grana dei tannini sottile e fine, bocca distesa e sanguigna che si lancia senza paura, una gran selezione di forza espressiva che sorprende per prontezza e freschezza 93
Campo all’Albero 2019: 70% merlot 30% cabernet sauvignon
Note d’inchiostro e china, composta di prugne, mora, alloro e timo, vino di muscolatura controllata, rimane comunque slanciato di buona freschezza, tannino mordente ma equilibrato, bello e gustoso il contrasto tra un corpo denso e la parte mediterranea della speziatura 91
Precisione, freschezza e piacevolezza sono senza dubbio il collegamento tra i diversi vini assaggiati, captare un collegamento tra diversi vini prodotti da una sola azienda credo che sia un grande biglietto da visita per un produttore. Riuscire a guidare i consumatori in un viaggio del proprio territorio con sfaccettature differenti senza rinunciare alla propria identità.
Nota di grande merito per l’accoppiata dei Chianti classico e capocollo di cinta senese con frutta autunnale, una sfida perfetta tra acidità e grasso della carne